L'accoglienza dei local al nostro arrivo alle Mentawai
Sunday, November 29, 2009
Isole Mentawai
Si parte da Bali, direzione isole Mentawai, ovest Sumatra, è il 14 settembre 2009
Non molto vento e spesso temporali che arrivano all’improvviso ci costringono a lavorare per ridurre le vele. Durante un groppo, ovviamente di notte, rompiamo la penna del genoa, che ripareremo cucendola a mano. Un uccellino viene a cercare riparo a bordo durante un violento temporale, cerchiamo di nutrirlo ma senza risultato, sembra sfinito, la mattina successiva sarà morto. Nel frattempo siamo arrivati alla prima isola delle Mentawai, è il 20 settembre e abbiamo percorso circa 1000 miglia.
Queste isole sono bellissime, il posto piu’ lontano dalla civiltà che abbiamo visto fino ad ora.Sabbia bianchissima e a pochi metri da riva una fittissima foresta composta principalmente da palme, uno spettacolo.
Non incontriamo nessuna barca di giramondo come noi, sono andati tutti verso Singapore e poi Thailandia, che noi abbiamo deciso di saltare. Incrociamo soltanto alcune barche che fanno charter, per portare i surfisti sulle onde che rendono famose queste isole fra gli appassionati di surf.
I locali sono amichevoli ma comunicare è difficile, non parlano indonesiano, figuriamoci l’inglese, ma una lingua loro assolutamente incomprensibile così ci si intende a gesti. Vivono in capanne e vanno in mare a pescare con delle canoe con bilanceri scavate nei tronchi e a caccia con arco e frecce avvelenate,qui sembra che il tempo si sia fermato moltissimi anni fa.
Ne approfittiamo per cercare di migliorare il nostro surf, anche se non è il posto piu’ adatto a dei principianti come noi viste le dimensioni delle onde che corrono su reef quasi affioranti e taglientissimi, le conseguenze non tarderanno ad arrivare, colpendo duramente la nostra scorta di disinfettanti e cerotti.
I pochi turisti che incontriamo sono surfisti che arrivano principalmente, o dall’Australia o dalla California, sono tutti surfisti di alto livello e quando chiedi loro informazioni su un’onda che ancora non conosci, “è molto potente? L’acqua è sufficentemente profonda? Il reef è molto tagliente?” la risposta è sempre la stessa,” it’s ok,not too bad” fidarsi è pericolosissimo.
Non ci sono negozi, a parte nella capitale che è poco piu’ di un villaggio, così dobbiamo procurarci cibo fresco pescandolo. Io in acqua con il fucile e Monica sul tender a fare assistenza, la presenza o meno del pesce dipende moltissimo dalla marea, con le giuste condizioni , sembra di essere immersi in un acquario ma, se sbagliate il momento, si tratterà solo di rimanere in acqua un po’ piu’ a lungo, per trovare un pesce per cena che sia di vostro gradimento, il tutto, e non è poco,senza essere disturbati dagli squali che, stranamente non sono presenti in forza come altrove, ed in 2 mesi e mezzo ne abbiamo visto solo 1, davvero non male.
Ogni cosa ha un prezzo e per navigare in questo paradiso, è necessario fare molta attenzione. Le carte nautiche sono a dir poco vergognose, direi Inutilizzabili, l’unico modo per non centrare un reef, è navigare a vista con il sole alto e possibilmente alle spalle, dopo un po’ si impara a leggere il pericolo sull’acqua, leggere increspature o differenze di colori allertano i sensi che migliorano con l’allenamento.
Un altro problema è la malaria, fortemente presente in queste isole, per cui al tramonto è necessario premunirsi, zampironi e zanzariere ci proteggono, anche se in barca, essendo a qualche centinaio di metri da terra, è piu’ difficile essere raggiunti dalle zanzare, tra l’altro non così numerose.
La nostra permanenza alle Mentawai è quasi giunta al termine, siamo alla fine di novembre e entro pochi giorni lasceremo a poppa questo posto stupendo per raggiungere le Maldive.
(pubblicheremo le foto appena ci sarà possibile)
Non molto vento e spesso temporali che arrivano all’improvviso ci costringono a lavorare per ridurre le vele. Durante un groppo, ovviamente di notte, rompiamo la penna del genoa, che ripareremo cucendola a mano. Un uccellino viene a cercare riparo a bordo durante un violento temporale, cerchiamo di nutrirlo ma senza risultato, sembra sfinito, la mattina successiva sarà morto. Nel frattempo siamo arrivati alla prima isola delle Mentawai, è il 20 settembre e abbiamo percorso circa 1000 miglia.
Queste isole sono bellissime, il posto piu’ lontano dalla civiltà che abbiamo visto fino ad ora.Sabbia bianchissima e a pochi metri da riva una fittissima foresta composta principalmente da palme, uno spettacolo.
Non incontriamo nessuna barca di giramondo come noi, sono andati tutti verso Singapore e poi Thailandia, che noi abbiamo deciso di saltare. Incrociamo soltanto alcune barche che fanno charter, per portare i surfisti sulle onde che rendono famose queste isole fra gli appassionati di surf.
I locali sono amichevoli ma comunicare è difficile, non parlano indonesiano, figuriamoci l’inglese, ma una lingua loro assolutamente incomprensibile così ci si intende a gesti. Vivono in capanne e vanno in mare a pescare con delle canoe con bilanceri scavate nei tronchi e a caccia con arco e frecce avvelenate,qui sembra che il tempo si sia fermato moltissimi anni fa.
Ne approfittiamo per cercare di migliorare il nostro surf, anche se non è il posto piu’ adatto a dei principianti come noi viste le dimensioni delle onde che corrono su reef quasi affioranti e taglientissimi, le conseguenze non tarderanno ad arrivare, colpendo duramente la nostra scorta di disinfettanti e cerotti.
I pochi turisti che incontriamo sono surfisti che arrivano principalmente, o dall’Australia o dalla California, sono tutti surfisti di alto livello e quando chiedi loro informazioni su un’onda che ancora non conosci, “è molto potente? L’acqua è sufficentemente profonda? Il reef è molto tagliente?” la risposta è sempre la stessa,” it’s ok,not too bad” fidarsi è pericolosissimo.
Non ci sono negozi, a parte nella capitale che è poco piu’ di un villaggio, così dobbiamo procurarci cibo fresco pescandolo. Io in acqua con il fucile e Monica sul tender a fare assistenza, la presenza o meno del pesce dipende moltissimo dalla marea, con le giuste condizioni , sembra di essere immersi in un acquario ma, se sbagliate il momento, si tratterà solo di rimanere in acqua un po’ piu’ a lungo, per trovare un pesce per cena che sia di vostro gradimento, il tutto, e non è poco,senza essere disturbati dagli squali che, stranamente non sono presenti in forza come altrove, ed in 2 mesi e mezzo ne abbiamo visto solo 1, davvero non male.
Ogni cosa ha un prezzo e per navigare in questo paradiso, è necessario fare molta attenzione. Le carte nautiche sono a dir poco vergognose, direi Inutilizzabili, l’unico modo per non centrare un reef, è navigare a vista con il sole alto e possibilmente alle spalle, dopo un po’ si impara a leggere il pericolo sull’acqua, leggere increspature o differenze di colori allertano i sensi che migliorano con l’allenamento.
Un altro problema è la malaria, fortemente presente in queste isole, per cui al tramonto è necessario premunirsi, zampironi e zanzariere ci proteggono, anche se in barca, essendo a qualche centinaio di metri da terra, è piu’ difficile essere raggiunti dalle zanzare, tra l’altro non così numerose.
La nostra permanenza alle Mentawai è quasi giunta al termine, siamo alla fine di novembre e entro pochi giorni lasceremo a poppa questo posto stupendo per raggiungere le Maldive.
(pubblicheremo le foto appena ci sarà possibile)
Saturday, September 5, 2009
Fuori dal caos delle città è tutto un altro mondo. I villaggi di pescatori che incontriamo sono costituiti da baracche e spesso senza nemmeno l’elettricità...come a Sumbawa, la sera vediamo dei gran falò sulla spiaggia che loro utilizzano come luce!! Peccato non poter comunicare con loro , nessuno di loro parla inglese e noi non parliamo indo ...ci si capisce a gesti.
Vivono con niente e nessuno di loro conosce altri posti che non sia il villaggio dove abitano.
Vivono con niente e nessuno di loro conosce altri posti che non sia il villaggio dove abitano.
Monday, August 10, 2009
Tuesday, July 14, 2009
Per noi che arriviamo da posti con una bassissima densità di popolazione( Nuova Zelanda ed Australia) è veramente uno shock, non abbiamo mai visto un caos del genere e, guidare in mezzo a milioni di motorini che frecciano in ogni direzione è allucinante, ma abbiamo imparato in fretta e in pochi giorni siamo diventati quasi più indisciplinati di loro. La tecnica è, suona a tutti e non esitare mai, funziona....
squali
Venerdì 5 giugno, Monica brontola, non vuole partire di venerdì, dice che porta sfiga, ma è tutto pronto e si va.
Abbiamo salutato i nostri amici Hans e Georgie, loro tornano a casa a Perth, noi andiamo in Indo
Abbiamo salutato i nostri amici Hans e Georgie, loro tornano a casa a Perth, noi andiamo in Indo
Poco vento, anzi pochissimo, spesso la velocità non supera i 3 nodi, a volte meno, il mare è liscio come un laghetto e le circa 500 mn che ci separano dall’Indonesia sembrano tantissime. Questa situazione ci da la possibilità di vedere un mare diverso, pieno di vita, un sacco di pesci girano intorno alla barca, spesso sono squali oppure mangianze con enormi palle di pesciolini ed i tonni che fanno man bassa, un giorno tantissimi serpenti di mare che nuotano in superfice e poi i delfini che sempre ci acconpagnano. Le notti sono luminose ed i tramonti spettacolari, non incontriamo nessuno a parte gli aereoplani della guardia costiera australiana, che continuano a sorvolarci una volta al giorno chiedendoci sempre chi siamo , da dove veniamo ecc.
Wednesday, June 3, 2009
300 miglia fino allo stretto di Torre, poi altre 700 per arrivare a Darwin. La navigazione è piuttosto impegnativa a causa degli spazi ristretti – siamo sempre all’interno della barriera fino a Torres – dove il transito di grosse navi è elevato e bassi fondali e forti correnti non permettono distrazioni, poi fino a Darwin tutto tranquillo, mare calmo e vento leggero ci accompagnano. In 6 giorni siamo a destino, questo sarà il nostro porto d’uscita dall’Australia da dove raggiungeremo l’Indonesia - 30 maggio 2009.
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