Tuesday, February 9, 2010

Pirati o pescatori?


fortunatamente pescatori, sono iraniani, passano vicini alla Falabrach e ci salutano sorridenti

Arrivo in Oman


Entriamo in porto a Salalah . Oman il primo tratto di mare pericoloso e` superato

compleanno Danilo all`arrivo in Oman



Festeggiamo il compleanno di Danilo sulla Falabrach

Oman


Siamo a Salalah in Oman, il paesaggio e` desertico , capre , cammelli e polvere

Partenza da Salalah Oman per Aden


siamo tre barche e navigheremo insieme fino ad Aden


I militari pattugliano la zona infestata dai pirati somali, sorvolano sul nostro piccolo convoglio in navigazione da Salalah ad Aden


il risultato delle mareggiate

Aden citta`


Pescatori yemeniti


Pescatori


Siamo nella baia di Aden all`ancora e i pescatori passano vicini per salutarci

un elegante uomo yemenita


a passeggio nella via centrale di Aden

donne



donne yemenite, ti guardano curiose e sorridono nascoste

Aden . donne yemenite e non




in citta` ad Aden / uomini yemeniti

Monday, February 8, 2010

Dalle Maldive all'Oman

21 gennaio 2010
Partenza da Uligan (atollo nord Maldive) per Salalah (Oman)
Partiamo da questo posto dove meglio non potevamo essere accolti, con un po’ di nostalgia, conserveremo un bel ricordo di questa gente e delle loro isole.
Siamo in compagnia dei nostri amici svizzeri, con cui navigheremo fino in Oman cercando di rimanere vicini, stiamo per entrare nella zona a rischio pirati e, non essere completamente soli ci da un po’ di sicurezza in piu’.
La navigazione è molto piacevole con vento al traverso 10-12 nodi e mare calmo, se non fosse per un po’ di apprensione sarebbe perfetto.
A meta’ traversata avvistiamo una barca in legno di circa 20 metri, quando ci vedono ci puntano decisi, sul ponte si vedono un sacco di persone , la tensione è alta, vengono vicinissimi, per fortuna sono pescatori, sono Iraniani , vogliono solo salutarci e curiosare.
Arriviamo a Salalah dopo 8 giorni di navigazione, giusto in tempo per festeggiare il mio compleanno.
Entriamo nel porto mercantile, tutto nuovissimo dove stazionano molte navi, qui ogni anno passano 4 milioni e mezzo di container.
Ci fermiamo giusto il tempo per visitare la città e fare cambusa, pochi giorni e si riparte per il tratto di mare che piu’ di ogni altro ci preoccupa.
02 febbraio 2010
Da Salalah ad Aden (Yemen).
Siamo tre barche, Falabrach, Shiva e dei nuovi amici spagnoli con il loro catamarano che si chiama Zarpas.
600 miglia difficilissime, preferiremmo farle tutte con una burrasca piuttosto della preoccupazione dei pirati.
Siamo in contatto con le navi militari che pattugliano la zona, ogni giorno inviamo una mail della nostra posizione e loro ci danno indicazione degli avvistamenti di barche pirata e degli attacchi avvenuti che si susseguono al ritmo di 1 o 2 al giorno.
Il secondo giorno di navigazione si avvicinano 3 barchini, sono 7-8 persone per barca e anche in questo caso si tratta solo di pescatori a cui regaliamo qualche pacchetto di sigarette e un paio di lattine di coca-cola, se ne vanno felicissimi e noi....di piu’.
Il terzo giorno navighiamo nella zona dove, il giorno prima, sono avvenuti due attacchi e nel tardo pomeriggio sentiamo chiamare per radio Zarpas, che naviga con noi. É un elicottero da combattimento spagnolo che, decollato da una delle navi militari è venuto a pattugliare la zona dove ci troviamo, è una macchina impressionante, carica di armamenti all’inverosimile e nessuno di noi pensiamo sia mai stato così felice di vedere dei militari. Ci dicono che la zona, al momento è tranquilla, li ringraziamo e ci rilassiamo un po’ sapendo che questi ragazzi si interessano di noi.
Arriviamo a Aden la mattina, dopo 4 giorni di navigazione, non prima di aver fatto una sosta di qualche ora in mezzo al mare, Shiva ha preso una rete da pesca nei timoni e abbiamo aspettato che facesse giorno prima di andare in acqua a liberarla. Entriamo in porto felici di essere arrivati sani e salvi.
Aden
Un altro porto commerciale, questo è vecchio e malandato, entrando vediamo il relitto di una nave mezza affondata, è un blocco di ruggine, dal lato opposto c’è una grossa petroliera ormeggiata a delle boe di ferro, è spezzata in due piu’ o meno a metà, tutto intorno si vedono costruzioni che hanno sicuramente visto tempi migliori, ma chissà quando, come tutte le navi mercantili che sono in porto, barche da pesca fatiscenti che non si capisce come facciano a galleggiare, rifiuti ovunque,i bambini giocano scalzi in posti dove noi facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi calzando scarpe da trekking, il degrado regna sovrano.
Nonostante cio’ la gente sembra serena, tutti ti salutano sorridenti, ti chiedono da dove vieni e ti dicono “welcome to Yemen”, i poliziotti si avvicinano per stringerti la mano. Siamo in 6 e vogliamo andare in città a fare un giro, appena arriviamo a terra un tipo si offre di accompagnarci, gli diciamo di organizzare le auto e lui dice “no problem”. Quando arriva a prelevarci ci ritroviamo su una berlina semi distrutta di 30 anni pigiati come sardine, noi 6 piu’ l’autista, siamo un po’ perplessi e lui non capisce perchè.
Ci prepariamo alla volta del Mar Rosso.